Incentivi rinnovabili, la bozza del decreto non fa contenti ambientalisti e operanti nel settore idroelettrico

Dopo riunioni e passaggi in diverse commissioni e varie rielaborazioni, il ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con quello dell’Ambiente, aveva presentato lo scorso dicembre una bozza di decreto riguardante gli incentivi alle fonte energetiche rinnovabili con focus sul fotovoltaico, geotermico, e idroelettrico con un occhio anche alla salvaguardia del paesaggio.  Elementi che per quanto siano legati dallo stesso tema di fondo sono spesso contrapposti.  La partita quindi è ancora aperta

L’incertezza più grande è per il settore idroelettrico. La bozza di decreto incentivi alle fonti energetiche rinnovabili – si legge in un intervento – non rinnova l’incentivazione a buona parte degli impianti idroelettrici installati su corsi d’acqua naturali, mantenendola inalterata per gli impianti su corsi d’acqua artificiali, acquedotti, sfruttamento sui deflussi minimi vitali”. E’ il tentativo di opporsi quindi ad uno sfruttamento esasperato dei corsi d’acqua. Se il decreto proposto venisse approvato cosi com’è  escluderebbe circa il 90 per cento di impianti idroelettrici già iniziabili e quindi in possesso di concessione e autorizzazione, che hanno di fatto superato tutte le valutazioni di carattere ambientale previste dalla normativa nazionale e che stanno già pagando i canoni di concessione richiesti a partire dalla data di assegnazione”. Per l’azienda Utilitalia, l’associazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia elettrica e gas, il testo della bozza pone forti limiti  all’accesso agli incentivi per impianti idroelettrici di nuova costruzione. ed inoltre esclude anche  “l’ampia platea di impianti idroelettrici già in possesso di concessione e/o autorizzazione, che hanno di fatto già superato tutte le valutazioni di carattere ambientale previste dalla normativa nazionale”.  Questo taglio drastico agli incentivi previsto nella bozza rischia di generare un tracollo per il settore italiano, quasi esclusivamente italiano.

La discusssione, trattandosi di una bozza, resta comunque ancora aperta