PV 3D MIT

L’energia in 3D

A due anni dalle prime notizie sul fotovoltaico in 3D, progettato dal MIT di Boston (e non scendiamo nel dettaglio della stampa 3D, che è tutt’altra cosa e sulla quale rimandiamo a questa sezione di Appropedia.org), e complici le tecnologie sempre più avanzate, che permettono la realizzazione di film fotovoltaici sempre più sottili, vediamo piano piano cominciare a diffondersi nuove strutture e soluzioni per integrare il fotovoltaico nelle architetture circostanti.

Tutto nasce dall’idea del 2012 del MIT di sviluppare le strutture fotovoltaiche in strutture tridimensionali, a torre o a cubo, che permettono una resa aumentata dal doppio alle venti volte. Una soluzione del genere è pensata per le zone a basso irraggiamento solare., visto che, chiaramente, una struttura tridimensionale consente di cogliere la luce da diverse direzioni (ed è anche meno costosa e delicata delle strutture a inseguimento).

Da quei prototipi si sono sviluppate alcune soluzioni in cui design e creatività si mettono  al servizio dell’energia sostenibile e dell’arredo urbano.

Al momento ho in mente tre soluzioni differenti, accomunate dal desiderio di rendere la tecnologia fotovoltaica appetibile non solo dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico e del risparmio in bolletta, ma anche da quello estetico (oltre che economico visto che tutte le soluzioni sotto individuate, difficilmente superano la spesa di €10.000).

Rawlemon, un generatore di energia fotovoltaica che, a fronte di una minima quantità di pannelli, permette una resa di potenza eccezionale, ottenuta grazie alla concentrazione dell’irraggiamento attraverso una sfera di cristallo. In pratica la grande lente sferica assorbe i raggi solari e li concentra su un punto focale, ovvero un pannello fotovoltaico, la cui superficie  è stata ridotta all’1% di quella richiesta in impianti tradizionali. L’energia prodotta viene poi accumulata in sistemi di batterie e rilasciato al bisogno. Questa tecnologia tedesca, declinata in diverse dimensioni (può essere dal caricabatterie per un cellulare a un dispositivo alto 180cm per l’uso domestico), ha suscitato tanto interesse per le sue possibili applicazioni ecosostenibili (l’obiettivo è il low carbon footprint) da venire premiata col raggiungimento dell’obiettivo sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo.

e-QBO, un cubo (cui richiama il nome) realizzato interamente in pannelli fotovoltaici. In breve è una struttura architettonica la cui dimensione è modulabile in base alle esigenze, che produce elettricità da fotovoltaico durante il giorno e la redistribuisce sotto forma di colonnina o postazione di ricarica, per devices (pc, smarphones) o per mobilità elettrica (biciclette elettriche, minicar, etc); e anche sotto forma di illuminazione a led, con effetti personalizzati ed artistici. In pratica, può diventare l’ambiente o l’oggetto fotovoltaico adatto allo scenario in cui viene inserito, in base alle esigenze: da hub di ricarica, a area relax, spazio artistico, info point, show room, finanche abitazione. Configurazioni da 5,5kW, 9,9kW, 15,5kW e 22,5kW. Il progetto, tutto italiano, è stato ideato dal designer Romolo Stanco e sviluppato dallo studio di design piacentino TRED, in collaborazione con l’RSE .

Infine, l’altrettanto italianissimo Sferasol™: 1,60×1,20m per 130KG. Non è solare fotovoltaico, bensì solare termico. Una sorta di mappamondo decorativo da giardino che è in realtà sistema integrato che permette di fornire acqua calda sanitaria (fino a 150l), con una resa assolutamente invidiabile.

 

La strada verso la grid parity è fatta di innovazione, integrazione, efficienza. E bellezza.