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Lombardia: la maggior parte degli istituti scolastici da bocciare in efficienza energetica

A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico arriva una notizia davvero poco confortante sullo stato attuale delle cose: in territorio lombardo solo un istituto scolastico su 50 risulterebbe essere in classe A o A+, mentre oltre la metà sarebbero addirittura in classe G (la peggiore possibile). In pratica gli studenti lombardi trascorrono la maggior parte delle loro giornate in edifici pessimi da un punto di vista energetico, che per essere riscaldati e funzionare a dovere consumano moltissimo, producendo quantità considerevoli di CO2, con conseguenti costi di gestione enormi ed un confort ambientale interno davvero pessimo.

Questo è quanto è emerso da una ricerca effettuata da Rete Irene, il primo network di imprese lombarde specializzato in riqualificazione energetica, che per il suo studio ha analizzato 2.170 scuole pubbliche primarie e secondarie della Lombardia e contemporaneamente ha poi rielaborato i dati dell’ultimo dossier Ecosistema Scuola stilato da Legambiente.

Il problema principale è sicuramente dovuto all’età degli edifici scolastici lombardi, che per quasi il 75% sono antecedenti alla metà degli anni ’70; di questi poi un terzo risalgono addirittura a prima del 1940, mentre solo un 3,5% degli istituti sarebbe stato realizzato dopo il 1990. In molti casi già la necessità di interventi di manutenzione ordinaria é piuttosto consistente ed onerosa, difficile dunque riuscire a parlare di ristrutturazioni o interventi straordinari più consistenti, gli unici che permetterebbero di migliorare la situazione da un punto di vista energetico (e non solo). Negli ultimi 5 anni, comunque, gli interventi straordinari di manutenzione realizzati all’interno di edifici scolastici lombardi sono stati oltre 4 mila, per un costo annuo, stimato da Rete Irene, che si aggira attorno ai 300 milioni di euro; tralasciando, ovviamente, i costi di gestione dovuti per lo più alle bollette. Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene, h dichiarato: “Si tratta di cifre che si possono tagliare in maniera radicale, semplicemente operando una diagnosi che permetta di razionalizzare gli interventi di manutenzione ordinaria e individuare le priorità in termini di riqualificazione energetica”.

Tra gli interventi possibili per migliorare lo stato delle cose al primo posto vi è la sostituzione dei serramenti e degli infissi, che secondo quanto emerso andrebbe effettuata almeno nella metà delle scuole analizzate; a seguire la necessità di sostituire il generatore di calore e/o di migliorare la distribuzione e l’erogazione dell’impianto di riscaldamento; mentre al terzo posto troviamo opere di isolamento dell’involucro opaco esterno.

Stilando una classifica nazionale sull’efficienza degli edifici scolastici troviamo che le scuole milanesi si attestano al 33° posto; meglio invece altre province Lombarde come Sondrio che si posiziona al 9° posto, Brescia al 10°, Bergamo al 21°, Lecco al 24° e Como al 30°; peggio del capoluogo invece fanno Varese che si colloca al 42° posto, Lodi al 44°, Cremona al 51° e Mantova al 57°.  Il quadro generale è il seguente: solo il 2% di edifici scolastici lombardi è certificato in classe A o A+; vi è poi un 13% che si colloca fra la classe B e la classe C (situazioni accettabili, per le quali si può facilmente intervenire), un altro 33% che si divide le classi energetiche D, E ed F ed un consistente 52% che ristagna in ultima classe, la G. Inoltre, solo il 5,2% degli istituti impiega fonti di energia rinnovabile: tra questi gli impianti solari fotovoltaici sono di certo i più utilizzati (nell’89,7% dei casi), seguiti dagli impianti solari termici (15,4%) e dalla geotermia, con il 5,1%.

Quest’anno il piano per l’edilizia scolastica varato dal governo prevede uno stanziamento di oltre un miliardo di euro da destinare agli istituti scolastici; questa cifra dovrebbe contribuire a migliorare almeno in parte l’attuale situazione, ma le esigenze sono molteplici, perché questi soldi andranno in buona parte destinati a nuove costruzioni ed anche ad interventi di messa in sicurezza e di adeguamento sismico delle strutture esistenti. Stiamo dunque a vedere come evolveranno le cose nei prossimi mesi e se si riuscirà ad utilizzare qualcosa anche per rendere più energeticamente efficienti quantomeno gli edifici più vecchi ed obsoleti.  

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